Toggle navigation
Vita Comunitaria

S. Antonio Abate

Messe a Sermide e Bonizzo il 17 gennaio, e la benedizione degli animali domestici alle 18.30 sul sagrato di Sermide.

C:\fakepath\IMG_2492.jpg

Alcuni cenni biografici su Sant’Antonio Abate ci conducono alle sue origini egizie (3° sec dC) alle sue condizioni di orfano, in giovane età, di entrambi i genitori, alla scintilla di una vita di eremitaggio, lavoro e preghiera (dopo aver donato tutto ai poveri) scaturita da un passo del Vangelo di Matteo che esortava a privarsi dei beni materiali. 
Una vita povera e ricca a un tempo, tormentata dalle persecuzioni verso questo amato e venerato patrono di allevatori e agricoltori e protettore degli animali da allevamento. Una venerazione legata, fin dall’antichità, anche alla guarigione di varie malattie tra  le quali  “herpes zoster, popolarmente conosciuto come “fuoco di Sant’Antonio”.
L’iconografia di Sant’Antonio ce lo raffigura con il bastone a tau dell’anacoreta, affiancato dal maialino che lo seguiva ovunque, sembra dopo essere stato guarito dal Santo. Stralciando dalle numerose tradizioni che arricchivano il 17 gennaio, si ripercorre una vera festa sentita e vissuta da tutto il mondo rurale e, di riflesso, da quello degli animali. Ogni stalla ospitava una nicchia con la
statua del Santo, pulita con ogni cura e con accanto una candela accesa per tutto il giorno. Al bestiame, ben spazzolato, era riservato il fieno migliore.


La partecipazione alla S. Messa era un dovere irrinunciabile, mentre nella mensa contadina  non poteva mancare la torta di Sant’Antonio, in quanto si tramandava la leggenda che senza quel dolce sarebbe crollata l’abitazione. Variegato anche il corollario di proverbi e detti che ruotano attorno a “Sant’Antoni dal gugin” così etichettato per distinguerlo da Sant’Antonio da Padova.
Sulla meteorologia del 17 gennaio “Sant’Antonio dalla barba bianca, se non nevica poco ci manca”. Sull’allungamento delle ore di luce “Per Sant’Antonio, un’ora tonda”. Oppure la dialettale implorazione-filastrocca dei più disagiati “Sant’Antoni dal gugin, da mi an gh’è pan e gnanca vin, da mi an gh’è legna da brusar, Sant’Antoni cum’oi da far?”


Tornando al tempo presente, pur con le ovvie diversità di celebrazione, la memoria del Santo rivive e vivacizza ancora lo storico, suggestivo 17 gennaio. A Sermide, alle ore 11, S.Messa con le associazioni locali di categoria dei vari comuni. Alle 16.00 invece la Messa a Bonizzo. Alle 18,30, sul sagrato della parrocchiale sermidese, preghiera di benedizione degli animali domestici. Previste iniziative “antoniane” anche a Carbonara e Bonizzo. (Ugo Buganza) 

                                                                                              

Diocesi di Mantova