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Vita Comunitaria

Chiesa parrocchiale di Bonizzo

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Dedicata a S. Giacomo Maggiore Apostolo, la chiesa di Bonizzo fu consacrata nel 1550, una delle prime erette nella zona: una parrocchia popolosa e di grande estensione fino al XVIII sec., tanto che nel Sinodo diocesano del 1619 fu concesso al parroco il titolo di arciprete.

Al tempo era situata in "Villa di Borgofranco". In seguito, a causa di alluvioni e incuria, fu demolita e il cardinale Ercole Gonzaga volle che la nuova parrocchiale, sempre sotto il titolo di San Giacomo, sorgesse in "Villa del Bonizzo" perché "in loco più sicuro et centrale". La nuova collocazione non fu però particolarmente felice e anche il nuovo edificio subì gravi danni in più occasioni. L’evento più grave fu quello del 1785 quando, il 9 agosto, la chiesa, assieme alla canonica, crollò quasi completamente in seguito ad un violento turbine che devastò il paese e tutta la zona. Qualche anno più tardi fu costruita la nuova chiesa, nello stesso posto e più ampia, benedetta la prima domenica di avvento nel 1789.1) La chiesa fu ancora danneggiata nel bombardamento del 12 aprile 1945 che la squarciò dividendola in due tronconi causando anche la distruzione della suppellettile e della maggior parte dei quadri presenti. Ristrutturata negli anni seguenti fu consacrata dal vescovo mons. Menna nel 1951. Dopo il terremoto del 2012, nuovamente risistemata, la chiesa è stata riaperta alla vigilia del S. Natale 2013.



In tempi diversi furono anche scorporati dalla parrocchia diversi territori su cui sorsero le parrocchie di San Giovanni Battista a Borgofranco sul Po e dei Santi Pietro e Paolo in Magnacavallo; altri territori sono stati ceduti alle parrocchie adiacenti di Carbonara di Po, Revere e Correggioli. 2)

UNO SGUARDO D’INSIEME ALLA CHIESA

All’esterno la chiesa attuale presenta una facciata con modanature che ne definiscono la struttura a tre navate con una sommità, nella sezione centrale, che sembra richiamare un frontone antico. Si può osservare che complessivamente ripete lo schema della facciata delle chiese di fine settecento di questa parte del territorio mantovano, anche nella collocazione del campanile posto nella parte posteriore della chiesa.

L’Interno della chiesa

Un forte spirito devozionale caratterizza ed anima la chiesa parrocchiale di Bonizzo.

All’interno lo sguardo è naturalmente rivolto all’altare maggiore, arricchito dalla presenza di una bella pala, il dipinto che raffigura l’Assunzione con San Giacomo e gli apostoli

L’attenzione è tuttavia ben presto catturata dalla particolarità che impreziosisce questo luogo di culto ossia dalle cappelle, con relativi altari, della navata sinistra, visibilmente più ricca della navata destra impreziosita soltanto dal dipinto della Fuga in Egitto.

Le cappelle e gli altari

Nella navata di sinistra si trovano quattro cappelle i cui altari sono stati ristrutturati negli anni 1945-’50, con statue dello stesso periodo.

La prima per chi entra è quella dedicata a San Giacomo. Il 25 luglio è la festa liturgica del santo, icona del pellegrino che va a Santiago di Campostela per riscoprire i valori della fede cristiana. La festa un tempo era molto sentita e partecipata ma, a causa dei pressanti lavori agricoli estivi, fu spostata alla seconda domenica di ottobre in coincidenza con la solennità della Beata Vergine del Rosario. Alla metà degli anni ’50, la statua di S. Giacomo fu benedetta dal vescovo Menna e successivamente sistemata appunto nella prima cappella della navata sinistra della chiesa, che ospita il Battistero.

La seconda cappella è quella di San Luigi Gonzaga. La devozione a questo santo è sempre stata grande e profonda tanto che veniva festeggiato per molte domeniche consecutive precedenti la sua ricorrenza del 21 giugno.

La terza è quella della Beata Vergine. La venerazione della Madonna del Rosario era sostenuta da una confraternita molto attiva fino alla fine del settecento e in seguito soppressa dai decreti di Giuseppe II. La festività comunque continuò ad essere celebrata con grande solennità nella seconda domenica di ottobre, portando la statua in processione con canti e banda musicale.

La quarta, vicino al presbiterio, è dedicata a Sant’Antonio abate. La venerazione di questo santo era viva nell’ambiente agricolo, essendo il protettore degli animali domestici. Tutti i contadini avevano nelle stalle un quadretto o una statuina del santo.

E’ evidente l’importanza di queste cappelle nonchè delle statue dedicate ai Santi e a Maria e riporta l’attenzione al valore delle immagini nella chiesa, al rapporto fra l’espressione della fede e le rappresentazioni visive; esse, con tutta la loro capacità di coinvolgimento, furono considerate come una “muta praedicatio affiancata alla predicazione orale.

Già papa Gregorio Magno osservava che “la pittura insegna agli illetterati ciò che la scrittura insegna ai letterati”. San Bonaventura indicava la triplice funzione delle immagini: oltre a quella didattica (soccorrere gli illetterati), rilevava una funzione mnemonica (quel che viene visto si dimentica meno facilmente) e aggiungeva una funzione affettivo-emotiva per la loro efficacia nel promuovere la fede attraverso la devozione. La grande cura con cui in questa chiesa vengono tenute le cappelle e le “figure” interne, ne comprova il ruolo emozionale e di mediazione spirituale.

Lo spirito devozionale che caratterizza la chiesa di Bonizzo ci rimanda ad alcune usanze che richiamavano fedeli anche dai paesi vicini come la processione in occasione della solennità del Corpus Domini che ha vissuto a Bonizzo i suoi momenti “di maggior fulgore durante la parrocchialità di don Adamo Scaravelli. 3) Link 1

LE OPERE DI PREGIO ARTISTICO

La parrocchiale è oggi molto impoverita rispetto all’anteguerra, data la perdita dell’organo, di arredi e quadri, ma custodisce ancora importanti opere: esempi di arte che rafforza la sacralità dello spazio ecclesiale.

La pala d’altare, con San Giacomo e gli altri apostoli che assistono all’ Assunzione della Beata Vergine Maria, è collocata nell’abside (è un quadro senza cornice che appare negli inventari della chiesa agli inizi dell’ottocento). Si può notare che nel quadro lo spazio dedicato agli apostoli è nettamente superiore a quello dedicato a Maria che sembra quasi uscire dallo spazio stesso del dipinto. La tensione dell’evento è fortemente vissuta dagli apostoli e può richiamare l’Assunta di Tiziano nella chiesa di Santa Maria Gloriosa dei Frari a Venezia.

Curiosa la storia del suo ritrovamento: rimossa dall'interno della Chiesa durante l'ultimo conflitto mondiale per proteggerla da eventuali danneggiamenti, fu rinvenuta soltanto alla fine degli anni '80, arrotolata nella soffitta della canonica. Successivamente fu affidata alla Sovrintendenza dei Beni Artistici per il suo restauro, tornando nella sua originaria collocazione soltanto negli anni '90.

La Fuga in Egitto, nella navata destra, è un bel dipinto, olio su tela, di recente restauro, con cornice in legno intagliato e dorato. Il dipinto è sicuramente seicentesco e ciò è riscontrabile nella luce divina che investe i personaggi, una modalità che richiama la pittura di Caravaggio.

Nella controfacciata, a sinistra dell’ingresso principale, si trova il Transito di San Giuseppe attribuito al pittore mantovano Pietro Fabbri. A destra troviamo un quadro con Madonna e Santi di cui non si conosce l’autore.

Anche a Bonizzo erano presenti delle Confraternite, quali la Società del Santissimo Sacramento e del Santo Rosario, citata nel verbale della visita pastorale del vescovo Cattaneo nel 1676, e l’Unione dell’Apostolato della Preghiera, citata nella visita pastorale del vescovo P.C.F. Origo del 1901.

La chiesa di Bonizzo, che non aveva nessun riferimento a S. Rita, gode dal mese di maggio 2021 di una icona, realizzata dall’iconografa Martina Bugada, ricca di simboli che uniscono il passato e la vita della Santa con il presente e il nostro territorio. Link 2

Bibliografia

1) Molte informazioni sono tratte da uno scritto dell’esperta di storia locale Luigia Bassi, in particolare la sezione riguardante le cappelle della navata laterale sinistra.

2) Gaetano Mantovani, Il Territorio Sermidese e Limitrofi, Fr. Cattaneo, 1886

3) M.R. Bruschi -Ugo Buganza, Un Po di Borgofranco-La chiesa di Bonizzo, Comune di Borgofranco sul Po, 1999

Altre opere consultate4) Pierino Pelati, Acque, terre e borghi del territorio mantovano, Asola 1996.

5) V. Matteucci, Le chiese artistiche del mantovano, Mantova 1902

6) F. Amadei, Cronaca universale della città di Mantova, Mantova 1955

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La solenne processione del Corpus Domini a Bonizzo

A Bonizzo la processione per la solennità del Corpus Domini (istituita nel 1247 e con processione nel XV sec.) ha avuto i suoi “momenti di maggior fulgore” durante la lunga parrocchialità di don Adamo Scaravelli (1903-1948). Una celebrazione in pompa magna, con un lungo corteo di fedeli provenienti anche da parrocchie limitrofe, con addobbi a finestre e balconi e con diversi sacerdoti bonizzesi che tornavano per l’occasione nel paese natale precedendo don Adamo davanti al baldacchino. Partecipavano inoltre una ventina fra confratelli (in tonaca bianca e mantellina rossa) e consorelle (con abito scuro e nastro azzurro in cintura) e una schiera di bambini che gettavano fiori dai loro cesti creando un “scia floreale sul percorso”.

La processione si snodava per la rampa arginale e poi scendeva per la prima tappa in località Agnella dove il parroco benediva la statua della Madonna, portata lì in precedenza dalla non lontana cappelletta di via Grisanta. La seconda tappa era programmata davanti al cimitero con un momento di raccoglimento prima del ritorno alla chiesa. La processione avveniva dopo la S. Messa delle otto, la mattina del giovedì, solennità del Corpus Domini ma una tradizione bonizzese faceva ripetere la

festa anche la domenica successiva.

La solenne processione del Corpus Domini a Bonizzo in

-M.R. Bruschi-Ugo buganza, Un Po di Borgofranco, ed. Il Fiorino, 1999

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La fusione dei due comuni Borgofranco e Carbonara, con la scelta della patrona Santa Rita da Cascia, ha portato alle comunità cristiane del territorio il desiderio di un segno che richiamasse nelle chiese la santa protettrice. La chiesa di Bonizzo, che non aveva nessun riferimento alla santa, gode dal mese di maggio2021 di una bella icona realizzata dall’iconografa Martina Bugada. L’icona è ricca di simboli che uniscono il passato e la vita della Santa con il presente e il nostro territorio. Un segno curioso è il salvadanaio che richiama l’offerente presentatosi alla porta della canonica con un salvadanaio contenente i risparmi messi da parte in un anno a favore della realizzazione del progetto di avere anche in chiesa a Bonizzo Santa Rita. Ancora è presente un intreccio di mani che richiamano il valore della comunità, delle relazioni che Santa Rita ha sempre difeso portando dialogo e pace. Ci sono poi delle rose, che sono un richiamo molto forte per chi è devoto. Le rose sono di color rosso, segno di forza e bianco, segno di misericordia. Il giorno di Santa Rita, il 22 maggio, è tradizione benedire un mazzettino di rose e portarle in casa per diffondere a tutta la famiglia la benedizione e la protezione di Dio in nome della Santa. Il 22 mattina del mese di maggio 2021 l’icona è stata benedetta e posta in chiesa a Bonizzo in una delle pareti della navata di destra.

-Testo tratto dal sito dell’”Unità Pastorale La Riviera del Po”

Diocesi di Mantova