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Vita Comunitaria

Chiesa dei Cappuccini (Sermide)

Facciata chiesa dei Cappuccini .jpg

PRESENTAZIONE

La chiesa dei Cappuccini si trova ad est del centro abitato, quasi a ridosso dell’argine destro del Po; pur secondaria rispetto alla Parrocchiale, non è meno apprezzata dai cittadini per il suo valore storico - artistico. (1)

L’edificio è ciò che rimane del più ampio complesso costituito dal Convento dei monaci Cappuccini fondato nel 1650 come riporta Gaetano Mantovani nella sua opera su Sermide: “A quest’epoca fu fondato il Convento dei PP. Cappuccini in Borgonuovo. Sorse su terre di ragione della Chiesa Parrocchiale Sermidese, alla quale in cambio i fondatori - sig.ri Cap. conte Francesco Maria Bardini e conte Giacomo Bardini - diedero 3 biolche dette la Zagagina, situate alla Roversella. Fra i nomi dei fondatori di questo convento havvi anche Giovanni Paganini”. (2)

Il 10 marzo del 1652 “Masseo Vitali, bergamasco, vescovo di Mantova, consacra la Chiesa dei Cappuccini di Sermide et altare maius in honorem Sancti Josephi”. (3)

Un documento rilevante che attesta la presenza, in Sermide, di un apparato conventuale con chiesa annessa, è senz’altro la Mappa del Catasto Teresiano del 1777 (4) in cui si individuano: il sagrato, la chiesa con abside classica semicircolare, un edificio che richiama la forma di un chiostro a pianta quadrata, con pozzo centrale, ambienti d’uso della vita conventuale, un altro annesso presumibilmente agricolo e infine gli orti verso l’argine. Nella Mappa il complesso conventuale si presenta quindi come organismo molto importante tuttavia globalmente abbastanza contenuto. Nella mappa stessa non compaiono ancora i locali ad uso sagrestia, ancor oggi visibili, accorpati successivamente con modifica della stessa abside; di questi non si conosce il periodo di costruzione ipotizzabile nel corso del 1800 probabilmente anche a seguito dei passaggi di proprietà dopo la scomparsa del convento. (5) La seconda mappa catastale qui presentata è sicuramente di fine 1800 in quanto non è più presente il complesso conventuale e sono invece visibili gli annessi d’uso della chiesa.



Nel 1791, il 7 marzo, come riporta nel suo diario Anselmo Fajoni “Fu costruita la muraglia sul sagrato dei Cappuccini, per farvi dipingere la grande croce, che ancor si vede” (6); supponiamo che si alluda all’anno in cui i lavori di questo muro di cinta e difensivo, sul lato destro del sagrato, furono conclusi con un’opera pittorica oggi non più visibile.

Il 13 marzo 1799 “I Cappuccini sloggiano dal loro Convento, che viene occupato dai soldati Francesi” (7) che, come scrive Giovanni Freddi, “vi si installarono provocandone un degrado che condusse presto alla distruzione del convento e del chiostro ubicati dietro l’attuale chiesa superstite”(8) che resiste alla rovina della struttura conventuale.

“Ai primi del 1900 si abbellisce la facciata e la mura adiacente con l’intervento del pittore Anselmo Baldissara” (9).

​ IMMAGINI DELLA CHIESA NEL PRIMO ‘900 (10)

UNO SGUARDO D’INSIEME ALLA CHIESA

La chiesa dei Cappuccini è una chiesa conventuale con la facciata rivolta verso il paese.

L’attuale facciata a capanna, completamente intonacata, presenta un’unica porta di accesso impreziosita da un arco a sesto acuto in cui è incorniciato un dipinto raffigurante San Giuseppe con il Bambino (la lunetta è stata restaurata nel 2018, con un intervento di Elga Malagò).

Ai lati sono presenti due finte finestre che modulano minimamente una struttura lineare e semplice. In alto, sopra l’ingresso, un rosone attualmente di vetro trasparente.

Sul lato destro si può osservare un arco che incorpora un piccolo androne con porta a luce quadrata che molti ritengono fosse la vecchia entrata del convento, adibita presumibilmente anche ad azioni di carità. Sicuramente, dai primi decenni del 1800 fino alla seconda guerra mondiale, in questo spazio hanno operato dei falegnami, come da testimonianze dirette di sermidesi loro congiunti.

Gli ambienti addossati alla chiesa sono della seconda metà del 1800, edificati successivamente alla scomparsa totale del convento e funzionali alle attività religiose della chiesa.

La chiesa è una costruzione con tetto a capriate di legno a due spioventi.

L’aula interna è rettangolare e risponde al dettame sancito dal Concilio di Trento che indicava l’obbligo di una navata unica con cappelle laterali, dettame probabilmente rispondente anche ai bisogni economici e alle disponibilità finanziare dell’Ordine.

Sopra la porta di ingresso/uscita e ai lati della stessa si trova un ballatoio di legno ospitante probabilmente un coro nelle funzioni solenni.

GLI ALTARI e LE OPERE DI PREGIO ARTISTICO

Entrando nella navata sulla parete sinistra si apre una profonda cappella, voltata a botte, in cui si trova l’altare della “Madonna delle Grazie” caratterizzato da una struttura architettonica dipinta e da piani sovrapposti aggettanti, necessari per il rito.  Al di sotto è collocata una figura di Cristo morto racchiusa in una teca di vetro.

Al centro della struttura dipinta si trova l’affresco della “Madonna delle Grazie” denominata anche “Madonna della Loza”, sistemata nella chiesa dei Cappuccini nel 1863 (11).

L’affresco raffigura una Madonna con Bambino, che si può presumibilmente far risalire alla fine del XV sec . Il Bambino tiene stretto nella mano, sollevandolo, un crocefisso che sormonta il globo terrestre, tenuto fermo con l’altra mano (destra per chi guarda) che rimanda alla simbologia medioevale del “globo crucigero” (il globus cruciger è una sfera sulla cui cima è apposta una croce, simbolo usato soprattutto nel Medioevo caratterizzante il potere regale come potere cristiano che riconosce la supremazia di Cristo (rappresentato dalla croce) sul mondo e sui poteri terreni (la sfera). A destra e a sinistra della Madonna sono raffigurati due angeli: di quello a sinistra si vede la sinopia, l’altro, a destra, è di colore scuro ormai indefinito. I due angeli potrebbero essere due cherubini, caratterizzati dalla loro vicinanza a Dio e anche depositari di una missione di protezione sul Bambino. Sulla parete di fondo della cappella si trovano dipinti due santi: a sinistra S. Antonio da Padova e a destra San Felice.

La statua del Cristo morto collocata nella teca, di cui non si hanno notizie certe, appare di buona fattura.

Il soffitto a botte della Cappella è decorato finemente; la pavimentazione sembra essere quella originale in cotto.

Proseguendo, ci si trova di fronte all’ Altare della Madonna del Rosario degno di nota in particolare per la decorazione interna di fondo che ha come pala il dipinto omonimo costituito dalla Madonna in trono con San Domenico e Santa Caterina da Siena.

L’ Altare Maggiore è inserito in una maestosa abside con volta a botte e si compone di una grandissima cornice lignea, modulata secondo i criteri del periodo in cui è stata costruita la chiesa, quindi seicentesca. Vi è inscritto un dipinto, La Sacra Famiglia con San Giovannino, con cornice di buona fattura sempre di epoca barocca tuttavia non completamente in sintonia stilistica con il resto della struttura. La base ospita un tabernacolo ligneo dorato, di epoca rococò, a forma di tempietto, il cui sportello di apertura presenta l’immagine di Cristo Risorto, un dipinto di fine esecuzione.

Ai lati dell’ Altare Maggiore sono presenti due nicchie, sopra le due porte che conducono ai locali della sacrestia, contenenti statue di santi così come ai lati dell’accesso all’ Altare Maggiore.

Sulla parete di destra si trova l’altare della Pietà: un altare dipinto con una struttura architettonica barocca al centro della quale vi è una nicchia, con basamento aggettante la parete, con la statua in gesso della Pietà. Questa appare fuori scala e visibilmente adattata alla nicchia ospitante quindi presumibilmente inserita in un periodo successivo all’altare.

Sotto la scultura va notata la lapide che ricorda l’anno della consacrazione della chiesa. (12)

Molte sono le lapidi presenti nella chiesa dei Cappuccini e, sottolinea Giovanni Freddi, in virtù di questa presenza “la chiesa dei Cappuccini è anche una sorta di piccolo famedio di nobili o illustri famiglie sermidesi: ricorderemo i Manetti, i Boldrini (presenti con tre lapidi), i Gorni con due lapidi, i Freddi, i Marchesini, i Gorzoni, i Menghini…”. Sulle lapidi sono in alcuni casi incisi anche gli stemmi gentilizi. (13)

Appendice

I danni degli eventi sismici del 2012 e il restauro del 2014- 2015

Anche la chiesa dei Cappuccini, che già necessitava di consolidamento e restauro, ha subito i danni degli eventi sismici del 2012.

Grazie ai progetti dell’ Arch. R. Carpani e dell’ing. A. Mani, approvati dagli enti di competenza, si sono potuti realizzare lavori di consolidamento e ripristino. Si è proceduto “alla tinteggiatura a calce dell’involucro interno risanato dall’umidità…” mentre la soluzione ideale “di riportare alla luce lo strato originale tramite descialbo e restaurare gli affreschi” non è stata possibile per mancanza di fondi. Si è proceduto al restauro dell’altare ligneo secentesco e alla chiusura del rosone della facciata con vetro semitrasparente poiché il progetto che prevedeva la realizzazione dei vetri colorati, riproducente il disegno scomparso, non è stato autorizzato. (14)

La chiesa è stata riaperta venerdì 23 ottobre 2015 con il concerto dell’Ensemble Vocale Strumentale “Scuola di musica Monteverdi “ di Sermide e spiegazione dei lavori eseguiti da parte dell’arch. Carpani durante l’intermezzo. La Messa solenne presieduta dal vescovo Mons. Roberto Busti  e stata quella unica, con celebrazione insieme alla Parrocchiale, domenica 25 ottobre.


Note bibliografiche

(1) A questo proposito si ricorda la costituzione dell' Ass.ne “Contrada Cappuccini” impegnata, tra le altre iniziative,  nella conservazione dell’omonima chiesa.

(2) Gaetano Mantovani, Il Territorio Sermidese e limitrofi, 1886, Bergamo Stab. Fr. Cattaneo.

(3) G. Mantovani, op. citata

(L’anno della consacrazione della chiesa in onore di San Giuseppe è riscontrabile

nell’epigrafe ancora esistente sotto la nicchia della Pietà).

(4) Per la rilevazione del Comune di Sermide e Moglia nel Catasto Teresiano si veda l’opera di

Giovanni Freddi, Sermide 1998 - Quindici Secoli di Storia, Comune di Sermide, Castelmassa (Ro) tipografia L. Cabria cap III.

(5) Per questo riferimento e gli aspetti artistici e storici della chiesa si veda lo studio di Claudio

Rambaldi, La chiesa dei Cappuccini a Sermide, 2008 Tipografia Arte e stampa S..n.c. Fratelli Corradin Editori.

(6) Anselmo Fajoni, Diario Sermidese, Ms. inedito in Mantovani, opera citata parte III – Annuario.

(7) A. Fajoni, op. citata.

(8) G. Freddi, op. citata.

(9) C. Rambaldi op. citata.

(10) Cartoline tratte da Sermide- Un secolo di cartoline 2012, Sermidiana edizioni -Tipografia Arte Stampa Urbana (PD).

(11) Per la storia della Madonna delle Grazie si veda lo studio di Loris Boldrini, La Madonna delle Grazie in Claudio Rambaldi, op. citata.

(12) Per le esigenze di recupero della chiesa si veda Raffaella Carpani, S.O.S per un patrimonio da salvare, in Sermidiana 1984 n.5 e lo studio di restauro conservativo in Rambaldi op. citata.

(13) G. Freddi, op. citata.

(14) Sermidiana, ottobre 2015; si rimanda a questo n° per informazioni più dettagliate sul restauro.


A cura di Lidia Tralli e Enrico Bresciani.

Diocesi di Mantova