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Vita Comunitaria

Cappella di Porcara dedicata alla Beata Vergine Maria di Lourdes

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                                             La facciata della Cappella di Porcara dopo il restauro del 2022



La Cappella della B.V.M., dedicata alla Madonna di Lourdes, è un piccolo ambiente ricavato da un fabbricato dismesso e adibito a luogo di culto nel corso del tempo nell’abitato di Porcara, la più piccola frazione del Comune di Sermide e Felonica situata lungo la Strada Provinciale Ferrarese, in un punto della provincia di Mantova che confina con il Ferrarese e con il Modenese. La cappella è stata restaurata nel 2022 e benedetta dal vescovo mons. Marco Busca durante la sua visita Pastorale all’U.P. La Riviera del Po nel maggio dello stesso anno.



La cappella è ora un luogo di culto che, pur di modeste dimensioni, risulta prezioso non solo per i residenti, che ora lo sentono come simbolo della loro identità, ma anche per tutta la comunità dell’Unità Pastorale che dispone di una nuova sede per momenti di religiosità personale e collettiva; non solo essa è anche, più in generale, un riferimento per incontri che stanno rianimando questa terra di confine un tempo molto più abitata e vivace. (Link)

Vi vengono celebrate annualmente tre S. Messe in occasione di celebrazioni mariane. (la B. V. di Lourdes, l’11 febbraio; la B. V. di Fatima, il 13 maggio; la Madonna del Rosario, il 7 ottobre).


Esterno e interno della cappella

All’esterno la costruzione, addossata ad altri fabbricati di uso civile, ha come unici “fregi” un comune marcapiano, due lesene laterali e un piccolo timpano. Nella sua essenzialità presenta tuttavia  i segni atti alla sua identificazione: la scritta sopra il portale, le finestre con vetrate decorate, la croce sul timpano. Alcune aiuole ingentiliscono l’ingresso e fanno intuire la cura dedicata a questo luogo di devozione.

Anche all’interno la struttura è semplice ma non banale. In particolare alcune attente soluzioni, come la creazione di due “quinte” realizzate con pannellature in cartongesso e la contestuale realizzazione di due piccoli vani (utili per la collocazione del materiale per la liturgia), e di due nicchie hanno conferito allo spazio un’articolazione funzionale e godibile nel contempo. Il pavimento è formato da “marmette” in graniglia bianca e nera mentre in fondo alla sala è collocata una pedana in legno, rialzata di circa 15 centimetri e profonda 2 metri, che ospita l’altare. La sistemazione nella nicchia angolare della statua della Madonna di Fatima, ospitata nella chiesetta, e lo spostamento sul fronte di elementi già presenti ma in posizione laterale, come le vetrate, hanno valorizzato nei particolari il piccolo edificio. (Link)

Opere d’arte presenti nella cappella

Nel maggio del 2022 è stata collocata una Pala d’Altare di forte impatto visivo che caratterizza la piccola sala aumentandone la singolarità. Opera dell’artista Enrico Bresciani, essa rappresenta il momento dell’Ascensione di Gesù che svela la sua gloria, abbandonando l’universo che ci racchiude, per raggiungere una dimensione altra. Un’interpretazione del momento in cui il Cristo abbandona la materialità del suo aspetto terreno, metamorfosi resa visibile attraverso frammentazioni e dissolvimenti della fisicità corporea. Il modello ispiratore della figura del Cristo fattosi uomo è il modello classico greco, ispirato ad armonia e simmetria; ma nel quadro queste componenti mutano, si sgretolano, si spezzano, diventando anche segni della fragilità terrena. L’autore, attraverso alcuni segni, come la piccola icona della cerva che si abbevera, rimanda a letture bibliche; altri particolari fanno riferimento ad aspetti scientifici attuali.

Nella tavola viene riservato uno spazio importante al dono divino dell’acqua, data da tessere di terracotta dipinte, come simbolo di salvezza, con chiari riferimenti al suo valore simbolico nel cristianesimo. La figura della Venere preistorica, posta fuori dal quadro, rappresenta l’evoluzione della vita e pone le condizioni per l’incontro con la trasfigurazione divina.

Sulle pareti è stata collocata la serie di formelle in terracotta in altorilievo che costituiscono le stazioni della Via Crucis, opera dell’artista Maurizio Barozzi.

Nella loro successione esse lasciano un segno di forte, tragica espressività e si raccordano ad un’altra scultura, dello stesso materiale e dello stesso autore, che offre una particolare interpretazione del Cristo.

Bibliografia:

1) Giovanni Freddi, Sermide 1998-quindici secoli di storia, Comune di Sermide 1998

2) Sermide, Un secolo di Cartoline, Sermidiana edizioni, 2012

3) Testimonianze orali di abitanti del luogo

Diocesi di Mantova